giovedì, luglio 11, 2013

Bene, bravo, bis (in Procura).



Seconda avventura con la Procura della Repubblica per l' ex-funzionario comunale Giacomo Di Marco, nuovamente indagato per abuso d'ufficio nel fascicolo n° 9456/08. I fatti sono di qualche anno fa, ma i tempi della giustizia in Italia sono lenti.
Durante la sua permanenza come direttore del consorzio d'ambito sociale Tordino, Di Marco mandò una diffida legale tramite il suo avvocato C.I. al blog per una determina (che avevamo messo online)  contenente cinque nomi di assunti (o per essere precisi: stabilizzati) al consorzio d'ambito sociale.

A noi quella delibera appariva incompleta. L'allora direttore mandò una diffida legale a questo blog per una (per noi banale) questione di privacy: voleva evitare che venissero pubblicati i nomi degli assunti per intero.

Che problema c'è a fare i nomi degli assunti se uno fa una selezione del personale in maniera professionale?
Va da se che se assumo qualcuno in un consorzio pubblico i nomi sono pubblici, specie se quel consorzio costa ai cittadini 480mila euro.

Ricordiamo il rappresentante legale del consorzio, all’epoca, tra gli altri sindaci, era anche l'ex sindaco Franco Filipponi, che non poteva non sapere nè della determina nè della diffida.

Nella determina:

1) Nessuna graduatoria.
2) Nessuna prova selettiva.
3) Nessun colloquio di lavoro.
4) Non vengono riportati i titoli di studio degli assunti.
5) Non viene riportato il periodo nel quale i lavoratori prestano servizio
nell' ente in vista della stabilizzazione.
6) Non vengono riportate le mansioni che ricoprono nell' ente nel quale lavorano ante stabilizzazione..

Tuttavia, l'inchiesta è archiviata.
E' possibile fare giusto qualche piccola riflessione.

Secondo quanto ci dice l'indagato Di Marco, nella sua memoria difensiva, le fasi delle assunzioni sono state determinate tra il direttore del consorzio, un funzionario, alcuni sindacalisti e i sindaci dei tre comuni aderenti al consorzio.

Tuttavia nei verbali, relativi alle fasi delle assunzioni, (allegati nel fascicolo della Procura) l'unica cosa che viene fuori è che le assunzioni sono fattibili perchè ci sono i soldi. Bella scoperta. 
Vi siete anche riuniti per arrivare a questa banale conclusione? Come si arriva ai nomi degli assunti? Tramite quale selezione?

Procedura discutibile ma legale, secondo il PM.

Altri comuni, (è solo un esempio) come quello di Sinalunga, a Siena portano le fasi salienti delle stabilizzazioni in consiglio comunale e mettono alcune informazioni su internet.

Stupisce che un direttore sia così guardingo di tutelare la privacy dei nomi degli assunti ma poi quando si tratta di dare il buon esempio compila determine quantomeno generiche e lacunose.
E comunque è ben lontano di dare notizie ai cittadini. 



Si limita a darle alla Procura, solo se indagato, tramite il suo legale, a cose fatte.

Eppure i suoi 16mila euro annui (come direttore del consorzio) venivano dai cittadini.
Trasparente solo se interrogato dalla Procura.
Sennò silenzio di tomba.



Nota 1 (per i fanatici del diritto).

Nella memoria difensiva il direttore ribadisce il carattere privato del consorzio col rapporto di lavoro.
Carattere privato non vuol certo dire che il direttore può fare quello che si pare.
Dovrebbe, nei limiti,  giustificare davanti ai cittadini contribuenti le sue scelte.
Si parla di assunzioni, o di stabilizzazione di persone che lavorano in consorzi a partecipazione interamente pubblica (comune di Mosciano, Bellante e Giulianova) ma anche la stabilizzazione ha un criterio di selezione, possibilmente ad evidenza pubblica. Sennò si potrebbe presentare chiunque, anche Bobby Solo come idraulico.

Nota 2 (per i fanatici del diritto).
Il legale del Di Marco (una figura che possiamo fare tranquillamente a meno di citare) nella memoria difensiva parla di Corte dei Conti e ci dice che il consorzio ha la copertura economica per le assunzioni. 
E quindi? Il punto è di come vengono fatte le assunzioni e non se ci sono i soldi per farle. 
Si parla di abuso di ufficio e di assunzioni. Non se ci sono i soldi per farle. Quello si spera di sì.
Ah, la culla del diritto.

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