Brasile, bossanova e saudade.
Sul Brasile ci sono troppi pregiudizi. Come se questa terra fosse solo samba, donne e carnevale.
In realtà il Brasile è un paese molto speciale.
Di recente una rivista letteraria nazionale (piuttosto importante) ha pubblicato un mio scritto sulla
musica brasiliana. Lo pubblico sul mio blog solo per rendere un po' di giustizia alla cultura brasiliana che non è solo quella delle donne del carnevale di Rio, per intenderci.
A Taissa, che balla e gioca.
L’identità musicale del Brasile è chiara sin dall’ inizio. Quando si atterra all’ aeroporto di Rio De Janeiro è tutto chiaro: “Aeroporto internazionale Antonio Carlos Jobim”, uno degli inventori della bossa nova, insieme al samba uno dei biglietti da visita più noti della musica brasiliana. Quel Tom Jobim che non sfuggì a Frank Sinatra, che incide con lui un album dal titolo: “Francis Albert Sinatra & Antonio Carlos Jobim”. Registrato a Los Angeles nel gennaio del 1967. Prima di registrarlo Sinatra ascoltò i consigli di João Gilberto su come interpretare la bossa nova. L’album, elogiato dalla critica e dal pubblico, andò benissimo. Jobim e Sinatra duettarono in “The girl of Ipanema”, dove Tom canta in portoghese, memorabile anche il duetto televisivo in “Corcovado” per la NBC.
“The girl of Ipanema” è un brano che fa il giro del mondo (cantato anche da Asdrud Gilberto, moglie di João). Autore del testo originale in portoghese (Garota de Ipanema) il poeta Vinicius de Moraes, a comporlo, neanche a dirlo Tom Jobim, a cantarlo João Gilberto: “Moça do corpo dourado/Do sol de Ipanema/O seu balançado é mais que um poema/É a coisa mais linda que eu já vi passar/” (Trad. “Ragazza dal corpo dorato/dal sole di Ipanema/il suo dondolio vale più di una poesia/è la cosa più bella che ho mai visto passare/”).
La lingua portoghese è in buona compagnia: in Brasile c’è Vinicius de Moraes, in Portogallo Fernando Pessoa (anche se scomparso nel 1935), che afferma: “La lingua portoghese è la mia patria”, gli fa eco il cantautore brasiliano Ivan Lins che canta: “L’amore è il mio paese” (O amor é o meu país). Nel 1972 Tom Jobim scrive “Águas de Março”, che sarà lanciata da Elis Regina, forse la cantante brasiliana più celebre. La stessa cantante per cui Ivan Lins compone: “Madalena” e “Me deixa em paz” (“Lasciami in pace”).
C’è una parola che scorre lentamente nella bossa nova. Nella sua poesia. E anche nel cuore: “Saudade”. In italiano: “Nostalgia”. Un qualcosa di vicino alla solitudine. Ma più spirituale, forse. “Saudade”, questa dolorosa assenza necessaria. Che arriva quando vuole. E vola via quando vuole.
I brasiliani dicono che il loro paese è nato cantando e che Dio è brasiliano.
Non so se Dio sia brasiliano, ma io un’ipotesi l’azzarderei: Dio in Brasile ci abita.
Infine vi consiglio (sempre da semplice appassionato e non da esperto) due documentari sulla musica brasiliana, molto ben curati, di Mika Kaurismaki: “Moro no Brasil” e “Brasilerinho”, guardateli: ne vale la pena.
Luca Pelusi
1 Comments:
FENOMENALE.
g.massi
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