venerdì, gennaio 11, 2008

Né destra. Né sinistra.


Un intervento di Marco Travaglio, registrato lo scorso 9 gennaio a Pescara, all'auditorium De Cecco, in occasione della presentazione del suo libro "Mani Sporche".


Cliccate qui per ascoltarlo (1.1 mega/mp3)


O, se preferite, ecco il testo trascritto:


Quello che vorrei far notare è che di tutto il discorso che abbiamo fatto questa sera destra e sinistra c'entrano abbastanza poco, perché ormai, come diceva Gaber, non c'è più destra, non c'è più sinistra su queste questioni (applausi).
Drammaticamente su queste questioni si è creato un idem sentire che attraversa il parlamento in maniera trasversale, per cui si può trovare qualche difensore della legalità (sparuto, devo dire) nei banchi del centrodestra, come nei banchi del centrosinistra si possono trovare ampie fasce di difensori dell'illegalità sia nel centrodestra che nel centrosinistra che ormai vanno d'amore e d'accordo ed infatti credo che abbiano già sperimentato la possibilità di governare tra di loro... Coloro che pensano che il PD e Forza Italia siano così alternativi e se governassero insieme sarebbe un mostro in realtà se uno vanno a vedere cosa fanno, come votano e come la pensano, soprattutto molti esponenti di FI e del PD ci si rende conto che le differenze evaporano e scompaiono e forse sono più diversi da FI certi eletti di AN o della Lega o dell'Udc che non certi eletti del PD, quindi forse le larghe intese sono già nei fatti prima ancora di essere codificate... naturalmente anche nella destra ci sono comportamenti diversi... non credo che Fini sia mai andato a cercare di comprare dei senatori, mentre Berlusconi ha cercato di farlo... credo che sia molto importante sapere chi nel centrodestra cerca di ribaltare il risultato elettorale (dopo aver gridato al ribaltone e al golpe per 15 anni) comprando i senatori ad un tanto al chilo, grazie alle intercettazioni lo abbiamo saputo. Ma che c'entra con la destra o la sinistra? È il comportamento di un singolo individuo, piuttosto pericoloso a mio avviso, che ha fatto molto male anche alla destra... perché se a Napoli continuano a tenersi Bassolino e la Jervolino è perché dall'altra parte hanno Pomicino e Vito... (applausi).
Quindi dobbiamo tenere presente che il nostro problema non è soltanto il fatto di avere una maggioranza che fa schifo ma anche il fatto di non avere un'opposizione decente perchè quando c'è un'opposizione decente anche la maggioranza migliora automaticamente (applausi).

Marco Travaglio, Auditorium De Cecco, Pescara, 9 gennaio 2008.

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13 Comments:

At venerdì 11 gennaio 2008 alle ore 16:17:00 CET, Anonymous Anonimo said...

che dire?
dovremmo invitarlo a Mosciano, a qualcuno potrebbe far bene una bella strigliatina, e a proposito di cavalli, questa volta di battaglia, OPERE PUBBLICHE,
caro Luca.................
nessuno, ma proprio nessuno ne ha mai fatto accenno nelle varie interviste che si sono succedute negli ultimi tempi ma se ne stà realizzando una bellissima, fondamentale e importantissima per il futuro della nostra Mosciano,
IL BRACERE di largo Anfiteatro, cambierà usi e costumi, una vera svolta, d’estate tutti a fare arrosticini e bruschette (altro che pizza e jazz), d’inverno castagne e braciole, in caso di emergenza rifiuti potrà essere utilizzato come inceneritore di zona, cosa si può chiedere di più? la copieranno ovunque e inoltre, qualche maligno insinua che potrà essere utilizzato anche come rogo e in questo caso non si sa se per qualche politico locale (abbondanza di scelta) o per qualche blogger locale .... e in quest’ultima ipotesi il primo della lista sei tu seguito a ruota da me e Michele. ciao
Daniele Medori

 
At venerdì 11 gennaio 2008 alle ore 20:12:00 CET, Anonymous Anonimo said...

Immondizia sull'Unità
Contrada, l'editoriale de Il Foglio

Travaglio irride il carcerato sul giornale di Antonio Gramsci

Bruno Contrada, vecchio e malato, chiede secondo legge alla magistratura di sorveglianza il differimento della pena per potersi curare o per morire dignitosamente. In termini morali il prigioniero chiede alla coscienza civile dell’Italia, che si batte per l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo, di pronunciarsi su una pratica carceraria disumana quando si accanisce su senilità e malattia, una pratica talvolta equivalente all’irrogazione di una pena di morte graduale, lunga, particolarmente dolorosa. A questa domanda rivolta da un uomo che teme di perdere, assieme alla vita, la possibilità di rivendicare il proprio onore e la propria innocenza, si può rispondere in modi diversi. Uno è certamente ripugnante: l’irrisione rivolta con sufficienza e protervia a un uomo in quelle condizioni.

Marco Travaglio ha scritto proprio in questo modo, sostenendo che chi si ammala prima del termine della pena muore in carcere, e tanto peggio per lui, chissenefrega. Ha scritto questo me-ne-frego, degno di un pubblico di lettori che sarebbe anch’esso immondo se non lo coprisse di lettere censorie, su un giornale, l’Unità, che è stato fondato da Antonio Gramsci. Il fondatore di quel giornale, quando le condizioni carcerarie ebbero aggravato in modo irreversibile la sua malattia, venne scarcerato, per ordine di Benito Mussolini, il dittatore che un tempo aveva decretato di non lasciar funzionare più il suo cervello luminoso, in modo che adesso potesse appassire e morire in una clinica privata, da uomo libero. Sul suo giornale trovano ora spazio le immondizie di Travaglio. Contrada non è Gramsci, e la sua vicenda divide l’opinione pubblica, ma il sadico sbeffeggiatore dei detenuti ammalati è quel che dimostra di essere. Il direttore liberal Antonio Padellaro, o quel delicato grafomane di Furio Colombo, o i nuovi proprietari della famiglia Angelucci, o i parlamentari del gruppo ex Ds che sostengono finanziariamente la testata, leggano quel che è stampato sul loro giornale e ne traggano l’unica conseguenza possibile. Quel che scrive Travaglio rende il giornale di Gramsci una tribuna peggiore dei peggiori fogli del regime fascista e ne oltraggia l’onore. Leggano e decidano se debbano porre fine a questa vergogna o diventarne complici.

Ecco chi è travaglio... meditate gente!!!

Ferrara

 
At sabato 12 gennaio 2008 alle ore 12:45:00 CET, Blogger Luca Pelusi said...

Pelusi arrosto? Ma io non sono commestibile!

 
At sabato 12 gennaio 2008 alle ore 13:43:00 CET, Anonymous Anonimo said...

Ma che cacchio è sto famoso BRACERE??? Guardate che se è quello che penso, stavolta chiamiamo STRISCIA LA NOTIZIA perchè una risata ce la posssiamo anche fare, ma se si continua a spendere soldi per fare cose inutili e pure brutte, è il caso proprio di incaz....i!!! Che tra le altre cose c'è da dire che in quella zona c'era una bella scalinata che è stata rifatta da capo in liste moderno... da vomitare!!!
Antonio Iobbi

 
At sabato 12 gennaio 2008 alle ore 22:36:00 CET, Anonymous Anonimo said...

già ti immagino, rosolato e servito su di un vassoio d'argento con un limone in bocca, meglio del tacchino dei fichi d'india.
Massimo

 
At domenica 13 gennaio 2008 alle ore 17:49:00 CET, Anonymous Anonimo said...

Può darsi che il braciere serva per accendere la fiamma olimpica per i prossimi "giochi del mediterraneo".
Moscianese ottimista

 
At lunedì 14 gennaio 2008 alle ore 23:30:00 CET, Anonymous Anonimo said...

Visto che al parco pubblico si può passeggiare, su una panchina pubblica ci si può sedere, sul marciapiede si può camminare, sulle strade pubbliche si può transitare, presumo che un BRACERE pubblico può essere usato dal cittadino per fare le sue belle grigliate con la famiglia o con gli amici giusto? In tal caso vorrei avere dai nostri amministratori alcune informazioni: qual è il diametro, per esempio, perchè vorrei farmi fare uno spiedo a misura per non avvicinarmi troppo al fuoco? E' prevista una tettoia per ripararsi dal sole o dalle intemperie? La legna la mette a disposizione il comune o la dobbiamo portare da casa? Visto che nelle vicinanze c'è una pizzeria, si potrà cucinare la pizza sul mattone? Beh penso che con le risposte a queste domande posso avere tutte le informazioni per organizzare una bella festicciola! Ringrazio gli amministratori per le loro cortesi risposte.
Francesco Camarda

 
At martedì 15 gennaio 2008 alle ore 16:16:00 CET, Anonymous Anonimo said...

Cari amici
noto con piacere che nonostante sono dovuto assentarmi da Mosciano e dal blog da qualche setimana per questioni di carattere personale, qualcuno a pensato bene di tener "vivo" il mio nome fra i commenti del Blog.
Nonostante non sia l'estensore del commento precedente ne apprezzo
comunque il garbo e l'ironia,
invito ad ogni modo il simpatico "ladro d'identità" a continuare a scrivere fino a quando prenderà coraggio del proprio valore.
Lo saluto e lo ringrazio
con la consapevolezza che posso andare in vacanza con tranquillità in qualsiasi momento, senza patema alcuno di trovarmi un valido sostituto.

cordialità
Francesco Camarda di Sicilia

 
At mercoledì 16 gennaio 2008 alle ore 17:11:00 CET, Anonymous Anonimo said...

qualche solerte amministratore (di cui vi risparmio sia il nome che il cognome), maldigerendo il mio precedente post, anzichè rispondermi direttamente, in perfetto stile dispotico, ha ben pensato di (userò un verbo del gergo moscianese) UZZARE il carissimo compaesano che per privacy chiamerò “U.” riferendogli con parole sue del mio intervento sul blog.
Ora, mi preme una precisazione, credo che nessuno, tantomeno io, può disconoscere i tradizionali fuochi del passaggio della Madonna, modestamente ritengo che la spesa (anche se minima) per la realizzazione di un bracere in cemento non ha proprio senso e non serva assolutamente a niente, tantomeno a salvaguardare una tradizione, che tra l’altro non è una esclusiva di largo Anfiteatro ma dell’intera civiltà rurale e non solo locale.
Se il problema è quello di non sporcare e rovinare la pavimentazione della piazza, il nostro solerte amministratore poteva pensare di realizzarne uno di ferro, rispettando tutte le norme di sicurezza, trasportabile, da mettere a disposizione di tutte le Associazioni locali e perchè no essere utilizzato tutte le volte che si fanno i fuochi, dalla festa dell’uva, a San Martino, Sant’Antonio, San Giovanni, a Montone, Collepietro, Selva ecc..(anche quelle sono antiche tradizioni), mi rendo conto che questo forse era troppo per il nostro eroe, significava chiedergli di amministrare con saggezza i soldi pubblici ..... cosa assai rara in questi giorni,
forse farebbe meglio a chiedersi: visto che mai nessuno ne ha fatto accenno, che non esistono in circolazione nè disegni nè plastici, come faceva Daniele a saperlo? è un chiaroveggente? gli avrà parlato la Madonna? o sarà stata la velina di qualche compagno o amicò, amicone (o come vi chiamate nel pd) che cerca di porre riparo alla cavolata che per spirito di appartenenza ha appena deliberato? prova a darti una risposta .... e ...medita, medita!
Daniele Medori

 
At giovedì 17 gennaio 2008 alle ore 13:56:00 CET, Blogger Luca Pelusi said...

Non eri tu l'autore del commento?!
Ma di Camarda non ne basta uno?

 
At giovedì 17 gennaio 2008 alle ore 14:04:00 CET, Blogger Luca Pelusi - Redazione di Lettera 32 said...

Beh questa cosa, caro Daniele sta diventando un pettegolezzo.
Io eviterei di dire altro.
E a proposito di genialate guardate qui:

http://lettera32.blogspot.com/2006/12/saluti-da-mosciano.html

 
At mercoledì 30 gennaio 2008 alle ore 18:22:00 CET, Anonymous Anonimo said...

Perchè secondo voi ha qualcuno qualche strigliata gli farebbe cambiare atteggiamento o comportamento?Secondo voi cosa è cambiato rispetto alle passate ammministrazioni?C'è piu' trasparenza?più cose eque?meno tasse?A me non sembra!
Michele

 
At mercoledì 26 novembre 2008 alle ore 11:57:00 CET, Anonymous Anonimo said...

La confusione a sinistra culminata col tracollo dell’Arcobaleno, a mio giudizio ha pagato il vizio della sua doppiezza. Da un lato, la sinistra accetta nei fatti, li dove governa, l’economia di mercato e l’idea di progresso ad essa sottesa, dall’altro predica, nei propri documenti politici, maggiore uguaglianza sociale ad iniziare da una migliore redistribuzione della ricchezza. Quando governa, vive la propria contraddizione...e le persone pagano in frustrazione, in pazienza e in soldi.
Concretamente, in questi anni, la sinistra ha scardinato le proprie origini (buttando il bambino con l’acqua sporca) o si è arroccata in una sorta di nostalgico revival di icone e slogan ormai e per fortuna consegnati alla storia.Da un lato abbiamo assistito al “non sono mai stato comunista” di Veltroni, alla “sconfitta di Berlinguer” di Maffai, fino al “dobbiamo essere padri di noi stessi” di Bertinotti; oppure a battute come “la salma di Lenin la portiamo in Italia” . La sinistra ha svenduto se stessa prima ancora di elaborare la propria storia e recuperarne la parte "buona".

Concretamente, la sinistra non è stata capace di presentarsi con una identità chiara, per quanto e giustamente plurale, e con un altrettanto programma politico chiaro e soprattutto leggibile dalle persone, dagli individui che intanto soffrono ad andare avanti nella quotidianità.

Chiariamo alcune idee di fondo:Un movimento politico deve presentarsi, affinchè sia tale, con una propria visione del mondo.
Qual è oggi la propria visione-del-mondo e dunque l’utopia possibile da proporre alle società?E’ ancora “giusto” essere portatori di ideologie millenaristiche (il comunismo) come motivo per avere consenso?
E’ ancora valida la critica al capitalismo così come sviluppatasi negli ambienti di sinistra durante il ‘900 e in questi anni?

Secondo me, innanzitutto, la sinistra deve uscire da sé e iniziare a ricollegarsi all’UOMO come idea centrale del proprio essere. L’UOMO come coscienza della natura e non come centro dell’esistente. L’uomo consapevolizza la realtà oggettiva intorno a sè, ma questo non gli da alcun diritto di esserne padrone e signore perché egli stesso ne è parte, dipendente (non possiamo vivere senza il giusto equilibrio ecologico e naturale, mentre il mondo può vivere senza l'uomo).

L’idea di PROGRESSO fin qui avallata sia dal capitalismo che dal marxismo hanno posto l’UOMO in posizione dominante sia su se stesso (lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo) sia sulla natura (lo sfruttamento incondizionato della terra e ora dello spazio). L’idea di progresso (industriale) che accomuna il capitalismo e il marxismo (figli, dunque fratelli, della rivoluzione industriale) sta portando ad un collasso irreversibile (almeno dal punto di vista della vita umana) del nostro pianeta e ad una perdita della coscienza “divina” dell’uomo e dell’umanità (“divina” nel senso dell’irripetibilità di ognuno di noi che siamo oggi subordinati alla mercificazione del lavoro, delle capacità, dei sogni e della quotidianità; mercificazione dovuta al capitale, in ogni sua forma liberale o socialista, nelle sue diverse sovrastrutture ideologiche, politiche, culturali).

Da due secoli circa, la sinistra socialista e comunista si sono fatte portatrici di una visione millenaristica del mondo e dunque si sono fatti religione combattendo altre religioni che nel frattempo e per risposta si costituivano. Vale per noi quello che scriveva Marx “la religione è l’oppio dei popoli”, e continuiamo a muoverci come orfani di certezze dunque o confusi su cosa fare o dire oppure testardi nel voler riproporre verità morte e sepolte.

Questo non significa diventare “padri di se stessi” come stupidamente affermato da Bertinotti riferendosi all’esperienza dell’ottobre sovietico e alla figura di Lenin; tutt’altro, significa essere consapevoli della propria storia fino in fondo, pagando anche colpe che non abbiamo, leggendovi quelle tensioni utopistiche e morali valide ancora oggi e abbandonare quelle esperienze che si sono dimostrate fallimentari perché contro l’uomo e la sua libertà.

Il comunismo appartiene al sogno umano di realizzare qui ed ora il “regno dei cieli” per dirla con Gesù, "l'armonia universale" per dirla con Confucio, "il mondo delle idee" per dirla con Platone, e così via (senza aspettare di morire, come per la chiesa cattolica); un grande filosofo francese scriveva “Il comunismo è l’ultima grande eresia cristiana”.

Proprio perché sogno dell’uomo non è possibile “chiuderlo” in una ideologia, in un manifesto di un partito politico, soprattutto se questo sogno non si vive. E allora, a questo punto si pone la domanda su che cosa significa essere comunisti.Comunismo non è dunque Marxismo.

Marx scriveva che il comunismo non si impone o costruisce calandolo su un’intera collettività; esso si realizza nel momento in cui le coscienze individuali ne riconoscono la necessità. Qui sta il “movimento reale che abbatte lo stato di cose presente”. I movimenti o partiti politici che “sognano” una società diversa e poi non iniziano a praticare il proprio “sogno” al proprio interno sono solo ipocriti.


Oggi la sinistra dovrebbe innanzitutto scrollarsi di dosso simboli e pratiche che appartengono al passato. Deve tornare a progettare un’idea possibile e organica di sistema Mondo, Europa, Italia, ma soprattutto di Locale, a partire cioè dal territorio locale (ognuno di noi, singoli individuo o gruppo dve iniziare a "vivere" il proprio intorno sociale e ambientale).

Proviamo a ragionare se il concetto di progresso sviluppatasi fin qui dall’800 a destra e a sinistra, sia ancora valido.Proviamo a discutere senza strutture ideologiche che forse andavano bene nel secolo scorso.Personalmente sono convinto che questa sinistra sia solo l’altra faccia della medaglia di questa destra. Come il Marxismo altro non è che l’altra faccia della medaglia del capitalismo.Iniziamo ad organizzare realmente ciò verso cui diciamo di aspirare:
- Ricostruiamo il senso della comunità a partire dalle nostre realtà locali senza restare chiusi nei diversi partiti;
- Ricostruiamo forme di Mutuo Soccorso da contrapporre alle banche, invece di spendere soldi per pagare quadri dirigenziali, sezioni aperte una volta al mese, volantini, o organizzare manifestazioni di per sé inconcludenti (mi riferisco al sindacato);
- Invertiamo il rapporto tra distribuzione-consumatori: mettiamo in rete le piccole realtà individuali o collettive che producono beni di consumo di prima necessità in modo da fissare dei paletti rispetto alla grande distribuzione.
- Ripartiamo con esperienze di autoproduzione e autoconsumo;
- Rilanciamo la disobbedienza civile come strumento di lotta verso oggettive ingiustizie del potere (ad esempio: tasse non pagate senza sapere dove vanno a finire o senza certezza lavorativa –perché un cococo che non ha diritti fondamentali deve pagare le tasse);
- Trasformiamo le sezioni da luoghi per esercizi dialettici per oratori in luoghi di incontro per servizi alle persone (sul modello delle scuole popolari);
- Lasciamo perdere la democrazia parlamentare (che i nostri deputati, senatori, sindaci e assessori vadano a lavorare) e costruiamo dal basso forme di partecipazione diretta. Che i nostri sindaci, assessori, deputati e senatori inizino a lavorare su queste proposte concrete.
- Aboliamo il denaro come unico strumento di scambio (micro forme di baratto sono possibili);
- Incentiviamo la stampa di moneta locali con valore legale per gli scambi ;
- Lasciamo perdere riflessioni politiche come quelle di Porta e co. Cerchiamo di riappropriarci del territorio in quanto esseri umani. Occorre cambiare punto di vista nella propria esistenza quotidiana, lasciarsi alle spalle condizionamenti del denaro, dei politici, del bisogno indotto. Così facendo possiamo riappropriarci della nostra vita, del nostro lavoro, del nostro quotidiano.

Tutto questo può essere fatto se si comincia a farlo….e teoricamente siamo in tanti (così verifichiamo i “compagni”, inoltre, la stragrande maggioranza delle persone non vivono in parlamento e non viaggiano in lussuose auto basta dare loro il LA e iniziare a svegliarli).

Ognuno recuperi il bagaglio ideale, culturale, che vuole, ma non facciamo delle nostre opinioni delle religioni e dunque dei presupposti per guerre e conflitti.

 

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